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J. Bramhs (1833-1897): le Sonate per violino e pianoforte

È con grande gioia che posso presentare questa registrazione, che è di fatto il mio debutto discografico come solista. Mi sta a cuore ringraziare per quest'opportunità la Fondazione
Cariverona ed il Maestro Andrea Marcon per la fiducia accordatami.

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A mio parere Johannes Brahms appartiene, insieme ad altri illustri come Mozart, J. Strauß,
Bruckner, Mahler o R. Strauß alla famiglia dei grandi compositori "alpini", vale a dire quei
compositori nella cui musica risalta il richiamo comune alla montagna, tanto ben espresso da
tutti nel sapiente uso del nobile strumento del corno. Infatti, l'altezza e la verticalità dei monti e
la loro silenziosa imponenza portano l'uomo alla contemplazione ed alla introspezione, poiché
più vicino al cielo, quindi a Dio. Ma anche nell'acqua e nello sguardo orizzontale e lontano, gli
artisti di tutte le epoche hanno attinto grande ispirazione. Ecco che queste Sonate hanno tutte
visto la luce sulla riva di un lago alpino.
La Prima Sonata Op. 78 fu composta tra il 1878 e il 1879 a Pörtschach, sul Wörthersee, in
Carinzia, ameno luogo di villeggiatura, dove Brahms stese anche la Seconda Sinfonia nel '77. Un
inizio sereno, Vivace ma non troppo, mezza voce, apre l'opera. Dopo un turbamento centrale
ritorna lo spirito di gioia nella chiusura. Ecco, nella riesposizione del secondo movimento,
Adagio, una coppia di corni alpini, che, affidati alle terze del violino, riprendono con più calore il
meditativo tema iniziale. Il terzo movimento, Allegro molto moderato, fa soprannominare la
sonata Regensonate, poiché il tema principale proviene dall'omonimo Regenlied (Canzone della
pioggia) dello stesso compositore. Ecco infatti, ora al piano, ora al violino, le gocce che cadono
tranquille, senza particolari mutamenti, salvo nella parte centrale.
La Seconda (1886) e Terza (1886-88) Sonata furono composte più tardi sulle rive del lago di
Thun, nel Canton di Berna, località amata da Brahms e feconda di composizioni altrettanto
ispirate, quali la Sonata per violoncello n. 2 Op. 99 e il trio con pianoforte n. 3 Op. 101.
La Seconda Sonata si apre col pianoforte solo in un Allegro amabile. E questo carattere amabile
pervade l'intera opera, poiché anche il secondo e terzo movimento sono permeati di una dolce
tenerezza. Il secondo movimento, Andante tranquillo, inizia con un tema sereno e quasi
commovente, la cui estasi è staccata in due momenti da un Vivace più rustico, la seconda volta
con un di più. Nella tonalità di La maggiore, come nel primo movimento, si chiude l'Allegretto
grazioso (quasi Andante)
, con un finale pieno di speranza.
Nella Terza Sonata Op. 108, che principia con un Allegro, il carattere muta ad una certa
irrequietezza, salvo il celebre Adagio, dove l'animo si distende in un canto intimo, placido, a
tratti struggente. Un poco presto e con sentimento va eseguito il terzo movimento, mentre
nell'ultimo, Presto agitato, predomina il turbamento, con un finale vorticoso in tonalità minore.

Ed ecco che Bramhs, che aveva studiato su Haydn, Mozart e Beethoven e che "indubbiamente fu
e resta un costruttore mirabile", conclude "la grandiosa parabola del romanticismo musicale
tedesco", in uno spirito "dichiaratamente conservatore", con un linguaggio "armonico, che è
controllato e severamente mantenuto nei limiti tradizionali!¹. Profondamente romantico
nell'ntimo, la sua musica è l'espressione di un secolo in cui l'uomo sempre più è travolto dai suoi
sentimenti, i quali, ancora e come sempre, trovano nella Musica la loro migliore interprete.

Paolo Tagliamento

¹ Giacomo Manzoni, Guida all'ascolto della musica sinfonica, Feltrinelli, Milano 1967, "J.
Brahms" pag. 75-76.

© 2023 PAOLO TAGLIAMENTO TUTTI I DIRITTI RISERVATI.

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